
9 PRINCIPALI CATEGORIE DI MERCATO
La produzione del settore moda è suddivisa in categorie definite in base al prezzo di vendita, ai canoni estetici e al pubblico di riferimento; è molto importante che ogni stilista conosca a fondo tale ripartizione per indirizzare le proprie scelte.
ALTA MODA
La categoria dell’alta moda comprende i capi più costosi, confezionati con grande cura e immenso lavoro, ed è rigidamente controllata dalla Chambre Syndicale de la Haute Couture di Parigi. L’ingresso nell’organismo, solo su invito, dipende da alcuni criteri: lo stilista deve operare nella capitale francese, impiegare un minimo di quindici persone e presentare due volte l’anno una sfilata di trentacinque o più pezzi tra modelli per il giorno e per la sera. È necessario realizzare capi su misura per singoli clienti con almeno tre prove abito. Oggi è in progressivo declino a causa dei prezzi esorbitanti e del processo produttivo estremamente elaborato. I couturier moderni la sfruttano soprattutto per attirare l’attenzione sulle collezioni di prêt-á-porter.
DESIGNER/PRÊT-Á-PORTER
Questa categoria comprende i capi prodotti in taglie standard e presentati ogni stagione ai buyer e ai giornalisti del settore. Le creazioni incluse nel gruppo sono caratterizzate da tessuti di prima qualità, grande maestria e finezza nell’esecuzione e godono spesso di un notevole prestigio dovuto a intense campagne marketing e pubblicitarie – è il caso di Donna Karan – oppure all’estrema attenzione riservata alla produzione e ai dettagli, come per Hermes. Le linee di prêt-á-porter stanno diventando sempre più rare e servono alle case di moda per promuovere le collezioni meno costose e stipulare numerosi accordi con i licenziatari.
CREAZIONI DI ALTA QUALITÀ
Questa categoria comprende capi realizzati con tecniche tradizionali, trattamenti particolari e abbellimenti a profusione, come pietre preziose, lustrini e ricami. Pur non raggiungendo i livelli della haute couture, queste creazioni si distinguono per l’elevata qualità della realizzazione.
BRIDGE
Il settore bridge nacque negli anni Settanta, favorito dall’ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro e dalla conseguente necessità di abiti adatti alle esigenze professionali. Si tratta di un fenomeno soprattutto americano, legato all’abbigliamento sportivo classico e ai tailleur destinati al pubblico femminile. Le collezioni hanno prezzi di vendita elevati ma senza raggiungere i livelli dell’alta moda, poiché non sono firmate da grandi stilisti e i tessuti e i processi produttivi impiegati sono di minore qualità. Con il passare delle stagioni lo stile e le silhouette sono rimasti pressoché invariati e le case di moda hanno risposto al calo di interesse dei consumatori con l’introduzione di linee più innovative e di tendenza.
REPERIBILITÀ
Questa categoria comprende i capi di abbigliamento e accessori facilmente reperibili sul mercato, solitamente a prezzi contenuti, e destinati a un pubblico molto ampio. Rientrano in questa fascia i prodotti venduti nella grande distribuzione, nelle catene di negozi low-cost e nei discount. Nonostante la scarsa qualità dei materiali e della lavorazione, tali capi rispondono alle esigenze di un consumatore attento soprattutto al prezzo e alla rapidità di acquisto.
PRONTO MODA
Il mercato diffusione propone prezzi di vendita simili al bridge, tuttavia è destinato a un target più giovane e intraprendente, informato sulle ultime tendenze e sulle nuove proposte viste in passerella ma con un budget limitato a disposizione. A questo gruppo appartengono le “seconde linee” di molti stilisti, come DKNY di Donna Karan, CK di Calvin Klein e D&G di Dolce & Gabbana.
BETTER
I capi better si trovano nei grandi magazzini, come gli americani Macy’s, Dillard’s o JCPenney, dove i clienti hanno a disposizione una vasta scelta, dall’abbigliamento per l’ufficio al casual; in questa categoria rientrano inoltre marchi più vivaci e dinamici venduti anche nei centri commerciali, come Gap, Abercrombie & Fitch e The Limited. Le silhouette sono ispirate ai lavori di stilisti famosi o basate sulle vendite degli anni precedenti. I vestiti sono suddivisi tra basic e novità. Il primo gruppo comprende i modelli più semplici e nei colori tradizionali, per esempio i jeans di Gap o le gonne blu navy di Macy’s, ai quali è possibile aggiungere una particolarità, come nel caso di un maglione a righe o di una gonna a balze. Gli abiti del secondo tipo, invece, seguono la moda del momento e risultano quindi più allettanti.
JUNIOR
Questa categoria, rivolta soprattutto ai ragazzi tra i dieci e i sedici anni, ha conosciuto una grande espansione nell’ultimo decennio, poiché i genitori moderni incoraggiano i figli a esprimere la propria identità anche attraverso lo shopping. Dal canto loro, i grandi distributori hanno colto al volo l’opportunità di aumentare le vendite, tanto che le tendenze sono considerate superate appena diventano ampiamente diffuse. Alcuni esempi di marchi per ragazzi sono Forever21, Delia’s e Old Navy.
MASS MARKET
Si tratta del settore dalla crescita più rapida nel mercato attuale. Per tutti i profili dei clienti, infatti, è sempre presente un’alternativa budget, poiché i consumatori richiedono prodotti a un prezzo più contenuto. Stilisti di alto livello come Stella McCartney, Karl Lagerfeld e Rei Kawakubo hanno collaborato con il marchio svedese H&M, Isaac Mizrahi ha creato una propria linea per Target, mentre Proenza Schouler, Alexander McQueen, Jonathan Saunders, Tracy Reese e molti altri hanno realizzato collezioni per Go International, uno dei progetti lanciati da Target. La categoria impone ritmi di produzione sostenuti e costi moderati, dando così un nuovo significato al concetto di “moda stagionale”, poiché modelli realizzati con tessuti economici restano in voga per un periodo di tempo molto breve. Per rispettare i limiti di prezzo imposti dai rivenditori, in alcuni casi i produttori hanno fatto ricorso a tecniche pericolose e allo sfruttamento della manodopera, suscitando reazioni indignate. Dure critiche sono state rivolte all’industria dell’abbigliamento anche per la grande quantità di abiti ormai fuori moda ammassati nelle discariche e per l’uso di materiali ritenuti dannosi per l’ambiente