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Come definire in tuo MCS

Cos'è il Massimo Costo Sostenibile (MCS) nella Moda e Perché è Fondamentale per il Tuo Brand

Il Massimo Costo Sostenibile (MCS) è un parametro strategico fondamentale nella creazione e produzione di collezioni di moda sartoriali. Questo valore rappresenta il costo massimo di produzione sostenibile per ciascun capo o modello, garantendo che ogni prodotto possa essere realizzato e immesso sul mercato in modo competitivo e redditizio.

Definire correttamente l’MCS è essenziale per ogni brand di moda, in particolare per startup del fashion e marchi emergenti che desiderano posizionarsi in modo chiaro e sostenibile.

Le Due Aree Chiave per Definire l’MCS

1. Studio del Brand

Per stabilire un MCS efficace, è necessario partire da un’analisi approfondita del brand:

  • Posizionamento nel settore moda: Il tuo marchio deve rivolgersi a un pubblico specifico, evitando approcci generalisti poco efficaci contro grandi competitor.

  • USP (Unique Selling Proposition): Identifica ciò che rende unico il tuo brand – come tessuti esclusivi, design di nicchia o servizi personalizzati – e valorizzalo nella strategia di collezione.

  • Identità e visione del brand: Comunica una prospettiva culturale chiara e attuale, capace di connettersi con i clienti a livello emozionale.

  • Target di riferimento: Analizza il comportamento d’acquisto, lo stile di vita e le esigenze del tuo cliente ideale per creare prodotti mirati e irresistibili.

  • Analisi della concorrenza e percezione del marchio: Comprendere come il tuo brand si inserisce nel mercato consente di ottimizzare il prezzo di vendita, la distribuzione e la comunicazione.

  • Definizione della stagione e del genere della collezione: Parametri fondamentali per la costruzione coerente dell’offerta.

2. Piano di Fattibilità Produttiva

Questa fase riguarda la concreta realizzazione della collezione rispettando i limiti del MCS:

  • Creazione sartoriale su piccola e media scala: Ideale per startup e brand indipendenti che vogliono sviluppare prodotti di qualità in modo sostenibile.

  • Progettazione a costo massimo: Ogni capo viene progettato rispettando un tetto massimo di spesa, evitando sprechi e fuori budget.

  • Configurazione della collezione: Viene definito un numero massimo di capi compatibile con il budget disponibile.

  • Studio e ottimizzazione dei modelli: Dal cartamodello allo sviluppo prototipale, tutto è orientato al controllo dei costi.

  • Workbook di produzione sartoriale: Un documento tecnico completo che definisce materiali, lavorazioni, lavaggi e finiture in linea con l’MCS.

  • Proiezioni marketing e distribuzione: Il piano di fattibilità integra le strategie di vendita e comunicazione per garantire sostenibilità economica.

  • Lookbook e report finale: La collezione viene presentata in un lookbook professionale, con costi chiari e minimi di produzione per il lancio sul mercato.

Perché l’MCS è Cruciale per il Successo del Tuo Brand di Moda

Integrare il Massimo Costo Sostenibile nel processo creativo e produttivo ti consente di realizzare prodotti unici, coerenti con la tua identità di brand e sostenibili dal punto di vista economico. È uno strumento indispensabile per competere nel mercato della moda contemporanea, dove strategia, branding e produzione sartoriale sostenibile sono le chiavi del successo.


Se stai lanciando una nuova collezione moda o desideri ristrutturare il tuo processo produttivo, contattaci e ti aiutiamo a definire il tuo MCS e a costruire un brand di moda autentico e sostenibile.

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Errori Comuni nei Brand Fashion in Fase di Startup

articolo 24.04.2025 Kiko Russo

MOLTI DEI PIU' COMUNI ERRORI CHE VENGONO COMMESSI IN FASE DI STARTUP

Avviare un brand di moda è un’impresa entusiasmante ma costellata di sfide, specialmente nelle fasi iniziali. Molti aspiranti imprenditori, pieni di creatività e passione, possono incappare in errori comuni che ne compromettono il successo. Analizzando le fonti fornite, possiamo delineare alcune delle trappole più frequenti in cui le startup fashion rischiano di cadere.

individuare e settorializzare

Uno degli errori primari risiede nella mancanza di una chiara definizione del settore e del pubblico di riferimento. Come evidenziato nelle fonti, è fondamentale che il tuo brand sia posizionato in un settore ben definito e si rivolga a un pubblico ben specifico. Tentare di identificarsi in un ambiente troppo vasto e non distinguere tra “stile” e “settore” può generare confusione. Ad esempio, definire il proprio stile semplicemente come “Streetwear” è un errore, in quanto “Streetwear” è un settore, non uno stile specifico. Una definizione più efficace sarebbe “Il mio Brand è nel Settore Streetwear e presenta uno stile dedicato ai Music Techno Lovers”. Questa specificità permette di individuare prima di qualsiasi creazione il target di riferimento.

 

Un altro errore comune è voler creare “qualcosa per tutti”. Nel competitivo mercato della moda, soprattutto confrontandosi con colossi come LVMH o INDITEX, è improbabile avere la forza di competere su vasta scala. Concentrarsi su un pubblico ben definito, delineando tratti distintivi, linee di taglio e altri elementi unici, è cruciale per ritagliarsi uno spazio.

STARTUP

Spesso le startup sottovalutano l’importanza di costruire un legame emotivo con i consumatori. Le storie del brand e le storie di persone reali contribuiscono a creare una base di una community. Mettere in evidenza ciò che ha spinto ad avviare il marchio o condividere la mission può non incrementare le vendite nell’immediato, ma è fondamentale per costruire credibilità e sarà utile per future campagne di marketing.
La mancanza di valori fondamentali chiari e specifici per il brand è un ulteriore errore. Questi valori aiutano il marchio a svilupparsi nella giusta direzione e a creare un’immagine chiara nella mente del pubblico. È essenziale verificare costantemente che la comunicazione dei valori venga mantenuta senza deviazioni.
Anche l’identità visiva gioca un ruolo cruciale e non dedicarvi la giusta attenzione è un errore. Creare un’esperienza memorabile attraverso un’identità visiva audace rende il brand più riconoscibile. Questa identità include il logo, la tipografia, il colore del marchio, l’imballaggio e ogni altro aspetto visivo che deve riflettere lo stile, la storia e i valori del brand.
Il posizionamento del marchio è un altro aspetto spesso trascurato. Comprendere come il proprio marchio si colloca tra i concorrenti e come viene percepito dai clienti influenza decisioni importanti come la struttura dei prezzi, i canali di vendita e le strategie di marketing. Creare una mappa percettiva può aiutare a definire il posizionamento.
Un errore fondamentale è non studiare a fondo i clienti target. Decidere a chi vendere è la base del business. Ricercare le loro abitudini di spesa, lo stile di vita, i gusti, le sfide e le esigenze è indispensabile per creare prodotti che siano realmente desiderabili.

MASSIMO COSTO SOSTENIBILE

Infine, molte startup rischiano di non configurare, prototipare e produrre i capi in base a un massimo costo sostenibile (MCS). Ogni capo deve essere configurato secondo i parametri dettati sia dallo studio del brand che dal piano di fattibilità. Senza una chiara definizione dell’MCS, si rischia di creare un “gadget molto costoso” senza una reale fattibilità sul mercato. Molti brand in fase iniziale creano semplicemente dei mockup scaricati dal web e vi stampano delle grafiche, ma questo non costituisce un vero brand con una produzione sartoriale definita. La creazione di un capo sartoriale prevede diverse fasi, dall’ideazione e messa in piano con schede tecniche alla creazione del cartamodello, prototipia, sdifettamento ed espansione taglie.
Evitare questi errori comuni, concentrandosi sulla definizione chiara del proprio brand, del pubblico, dei valori, dell’identità visiva, del posizionamento e sulla pianificazione finanziaria e produttiva, è cruciale per aumentare le probabilità di successo di una startup nel competitivo mondo della moda.
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Settorializza, definisci e ricerca l’MCS del tuo pubblico

Vendere con successo non è mai il risultato di un caso fortuito, ma il frutto di un’attenta pianificazione strategica che pone al centro due elementi fondamentali: la conoscenza approfondita del proprio pubblico di riferimento e la definizione precisa del Massimo Costo Sostenibile (MCS). Senza questa duplice consapevolezza, qualsiasi strategia di business rischia di essere inefficace, incapace di soddisfare realmente i bisogni del mercato e di garantire la sostenibilità economica nel tempo.

L'importanza della conoscenza del pubblico

Capire il proprio pubblico significa andare oltre le semplici informazioni demografiche. È necessario immergersi nelle loro esigenze, desideri e comportamenti, analizzando in profondità fattori come:

  • Abitudini di consumo: quali sono i criteri che influenzano le loro scelte di acquisto?

  • Stile di vita: quali valori e aspirazioni guidano il loro comportamento?

  • Preferenze estetiche: quali tendenze e gusti li attraggono maggiormente?

  • Sfide quotidiane: quali problemi cercano di risolvere attraverso l’acquisto di determinati prodotti?

Un’analisi dettagliata di questi aspetti consente di costruire un’identità di brand forte e coerente, capace di risuonare con il target giusto. Cercare di soddisfare un pubblico troppo vasto rischia di annacquare il valore del brand e di renderlo meno attrattivo rispetto a marchi più focalizzati.

Un metodo efficace per raccogliere informazioni dirette è interagire con il proprio pubblico attraverso interviste, sondaggi, focus group e analisi dei dati comportamentali sui social media. Solo comprendendo a fondo le motivazioni che spingono i consumatori ad acquistare si possono creare prodotti veramente desiderabili e differenziati dalla concorrenza.

Il ruolo cruciale del Massimo Costo Sostenibile (MCS)

Parallelamente alla conoscenza del pubblico, la determinazione del Massimo Costo Sostenibile (MCS) rappresenta un pilastro imprescindibile per la solidità economica dell’impresa. L’MCS definisce il limite di costo oltre il quale la produzione di un prodotto diventa insostenibile, sia perché il prezzo finale sarebbe fuori mercato, sia perché i margini di profitto non sarebbero sufficienti a garantire la crescita e la stabilità del brand.

Per calcolare correttamente l’MCS, bisogna considerare:

  • Costi di produzione: materiali, manodopera, logistica.

  • Margine di profitto desiderato: quale ritorno economico è necessario per sostenere e sviluppare il business?

  • Prezzi di mercato: a quale prezzo il target di riferimento è disposto ad acquistare il prodotto?

  • Posizionamento del brand: il prodotto deve essere in linea con la percezione e il valore del marchio.

Una volta determinato l’MCS, è fondamentale che ogni fase del processo produttivo sia ottimizzata per rispettare questo limite, senza compromettere la qualità e il valore percepito dal cliente.

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L'equilibrio tra pubblico e MCS: la chiave del successo (MCS)

L’interazione tra la conoscenza del pubblico e la gestione dell’MCS è il cuore pulsante di una strategia di vendita efficace. Analizzare il panorama competitivo aiuta a individuare le opportunità di posizionamento, evitando di entrare in competizione diretta con brand già consolidati senza un elemento distintivo chiaro.

Un brand di successo non si limita a creare prodotti, ma sviluppa soluzioni che rispondono a bisogni reali in modo accessibile ed economicamente sostenibile. Solo attraverso questa visione strategica integrata è possibile costruire un business solido, capace di attrarre clienti fidelizzati e di garantire una crescita costante nel tempo.

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sai cosa significa realmente creare un brand

La differenza tra creare un capo nell'ambiente moda e creare semplicemente un costoso gadget 
risiede in diversi aspetti fondamentali, 
che vanno dalla concezione 
all'esecuzione e al significato 
del prodotto finale.

 

Creazione di un Capo nell’Ambiente Moda:

  • Definizione di Stile e Settore: Un marchio di moda si definisce all’interno di un settore (come lo streetwear) ma sviluppa uno stile specifico per un pubblico ben preciso. Ad esempio, un brand nel settore streetwear può avere uno stile dedicato agli amanti della musica techno, con caratteristiche funzionali ed estetiche mirate. Non si confonde lo “stile” con il “settore”.
  • Pubblico Ben Definito: La creazione di un capo moda parte dalla definizione di un “pubblico ben definito”, non cercando di creare “un qualcosa per tutti”. Questo target influenza ogni decisione stilistica e produttiva.
  • Idea Creativa e Tratti Distintivi: È fondamentale realizzare un nuovo stile, delineandone i tratti distintivi, le linee di taglio (fit), le nobilitazioni e l’insieme di elementi unici. Questo processo include la creazione di schizzi e disegni a livello illustrativo per concretizzare l’idea.
  • Processo Tecnico Articolato: La creazione di un capo di moda segue un processo tecnico preciso che include:
    • Ideazione e schizzi.
    • Messa in piano con realizzazione di schede tecniche dettagliate per misure, vestibilità e tessuti.
    • Creazione del cartamodello.
    • Prototipia, ovvero la realizzazione del capo zero con i tessuti scelti, che può richiedere diverse prove e modifiche.
    • Sdifeettamento: test indossato per correggere eventuali difetti.
    • Espansione taglie del modello.
  • Scelta dei Tessuti: La selezione di tessuti di alta qualità adatti al design del capo è un passaggio cruciale. Si considerano grammatura e lavaggio, e si può operare con diverse filiere, come quelle per il cotone organico.
  • Studio del Fit: La scelta del fit e lo sdifeettamento dei capi pronti per la produzione sono fasi essenziali. Alcune aziende progettano continuamente nuovi fit testati e prototipati.
  • Nobilizzazioni: Si definiscono le nobilitazioni previste per il capo, come la stampa serigrafica, il ricamo, o altre finiture.
  • Massimo Costo Sostenibile (MCS): Ogni capo viene configurato secondo parametri dettati dallo studio del brand e dal piano di fattibilità, rispettando l’MCS. La progettazione è quindi “in funzione dei costi massimi di produzione sostenibili”.
  • Piano di Fattibilità: La creazione di una collezione di moda è supportata da un piano di fattibilità che comprende:
    • Creazione collezione e progettazione dei capi a costo massimo produzione.
    • Configurazione dell’intera Collezione.
    • Studio produzione e configurazione Capo Banco.
    • Ottimizzazione delle creatività’ in funzione del costo massimo delineato.
    • Proiezione Piano marketing e distribuzione.
    • Realizzazione di un lookbook reale con costi e minimali chiari per la produzione.
  • Branding e Storia: Un brand di moda si costruisce attraverso storie di persone reali che creano un legame emotivo con i consumatori, contribuendo a creare una community e costruendo credibilità per future campagne di marketing.
  • Canali di Vendita e Comunicazione: Si definiscono i canali di vendita adatti (punti vendita fisici, online, personal branding, accordi di distribuzione) e i mezzi di comunicazione per azioni promozionali efficaci.

Creazione di un Costoso Gadget:

 

 
  • Potrebbe Mancare una Definizione di Stile Coerente: Un gadget costoso potrebbe non essere inserito in uno specifico settore moda con uno stile ben definito per un particolare pubblico.
  • Pubblico Indefinito: Potrebbe essere creato senza un’attenzione specifica a un target di consumatori con precise preferenze di stile.
  • Focus Potrebbe Essere Sui Materiali o Sulla Novità: Il valore potrebbe risiedere principalmente nei materiali utilizzati, nella sua unicità come oggetto o in una particolare innovazione tecnologica, piuttosto che in un linguaggio stilistico riconoscibile.
  • Processo di Creazione Semplificato: Potrebbe mancare il complesso processo di ideazione stilistica, prototipazione sartoriale e sdifeettamento tipico della moda. Ad esempio, potrebbe consistere nella semplice applicazione di design su prodotti preesistenti (“creare un mockup scaricato dal web, disegnarci su delle creatività’ e stamparlo on line”).
  • Assenza di Branding Profondo: Potrebbe non esserci una storia del brand o una mission chiara volta a creare un legame emotivo con i consumatori. Si potrebbe avere solo un logo e non un brand.
  • Mancanza di Un Piano di Fattibilità Orientato alla Moda: Potrebbe non essere supportato da un’analisi dettagliata dei costi di produzione sostenibili (MCS), da una pianificazione marketing e distribuzione specifica per il settore moda.
  • Potrebbe Essere un Prodotto Generico Personalizzato: Rischia di essere percepito come un “gadget molto costoso” identico ad altri capi in cui varia solo la stampa.

 

In sintesi, la creazione di un capo nell’ambiente moda è un processo olistico che integra visione stilistica, conoscenza tecnica sartoriale, strategia di branding e pianificazione commerciale mirata a un pubblico specifico. Creare un costoso gadget, pur potendo coinvolgere un certo livello di progettazione e l’uso di materiali pregiati, spesso manca della profondità stilistica, del rigoroso processo tecnico di confezione e della strategia di marca che caratterizzano un autentico prodotto di moda. Un gadget costoso potrebbe essere un oggetto con un prezzo elevato, ma senza l’identità e il valore intrinseco di un capo concepito all’interno del sistema moda.

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ECCO IL PERCHE!!!!

Il Fallimento del 95% dei Brand Emergenti: 

Perché Un Logo Non Basta

Negli ultimi anni, sempre più persone sognano di creare un proprio brand di abbigliamento, ma la realtà è che il 95% di questi progetti fallisce nei primi anni di vita. Il motivo? L’errata convinzione che basti acquistare capi già pronti, arricchirli con grafiche o semplicemente stampare un logo sul petto per poter costruire un marchio di successo.

Creare un Brand Significa Fare Impresa

Un altro errore comune è non considerare che costruire un brand di moda è un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti. Questo implica la necessità di comprendere i costi di produzione, definire una strategia di prezzo coerente e stabilire un target di riferimento chiaro.

Molti emergenti fissano i prezzi senza una logica solida, tirando a indovinare su quanto il cliente sarebbe disposto a spendere. Questo porta a margini insostenibili o, al contrario, a una percezione errata del valore del prodotto.

Creare un capo da catalogo equivale a produrre un gadget molto costoso?

Nel mondo della moda e del design, realizzare un capo di abbigliamento a partire da un catalogo anziché svilupparlo da zero può sembrare un’opzione più economica. Tuttavia, il confronto con la produzione di gadget personalizzati aiuta a comprendere perché il costo possa comunque risultare elevato e quali fattori incidano maggiormente sul prezzo finale.

Nel mondo della moda e del design, realizzare un capo di abbigliamento a partire da un catalogo anziché svilupparlo da zero può sembrare un’opzione più economica. Tuttavia, il confronto con la produzione di gadget personalizzati aiuta a comprendere perché il costo possa comunque risultare elevato e quali fattori incidano maggiormente sul prezzo finale.

Gadget vs. abbigliamento: un confronto interessante

I gadget personalizzati, come penne, tazze o portachiavi, sembrano più semplici da produrre rispetto a un capo d’abbigliamento. Tuttavia, la personalizzazione e la qualità influiscono significativamente sui costi finali. Se un gadget viene realizzato in serie, il prezzo unitario può essere contenuto, ma se prodotto in piccole quantità con materiali pregiati, il costo può aumentare sensibilmente.

Allo stesso modo, un capo d’abbigliamento selezionato da catalogo ma con molte personalizzazioni può diventare molto costoso, avvicinandosi al prezzo di un prodotto realizzato su misura. Per questo motivo, la creazione di un capo personalizzato da catalogo può essere paragonata alla produzione di un gadget di alta gamma.

Quando conviene optare per un capo da catalogo?

Nonostante i costi, scegliere un capo da catalogo invece di svilupparlo da zero può essere vantaggioso in alcuni casi:

  • Brand emergenti o aziende con budget ridotti, che vogliono una soluzione personalizzabile senza i costi della progettazione totale.

  • Eventi promozionali o merchandising, dove il focus è sulla riconoscibilità del marchio più che sull’unicità del design.

  • Progetti con tempistiche strette, in cui il catalogo offre una base rapida e flessibile per le personalizzazioni.

L'Errore Comune: 
Pensare Che Un Logo Faccia Il Brand

Molti aspiranti imprenditori della moda non comprendono la differenza tra un brand e un logo. Il logo è un semplice elemento grafico, mentre un brand è un insieme di valori, estetica, missione e percezione da parte del pubblico. Limitarsi ad applicare una grafica su un capo standard non significa creare un’identità distintiva.

Per avere successo, un brand deve essere costruito su un concetto chiaro e riconoscibile, con una narrazione coerente e un posizionamento di mercato ben studiato. Senza questi elementi, si rischia di restare anonimi in un mercato già saturo.

Il Nome Non Basta: La Registrazione e la Protezione del Brand

Un altro errore fatale è pensare che basti un nome accattivante per avere successo. Spesso, il nome scelto non viene nemmeno registrato ufficialmente, lasciando il brand vulnerabile a dispute legali o al rischio di essere copiato da altri.

Registrare il marchio è un passaggio fondamentale per proteggere il proprio business e garantirne la crescita nel tempo.

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MOQ

Il concetto di MOQ (Minimum Order Quantity) nel mondo della moda, in particolare nell’ambito sartoriale, è strettamente legato all’ingombro del capo sul tessuto, piuttosto che a un prezzo arbitrario imposto dal produttore o dal cliente.

MOQ e ingombro del capo su una pezza di tessuto

Nel contesto sartoriale, il MOQ non è definito da quanto un cliente è disposto a pagare, ma dalla quantità minima di capi che si possono ottenere da un determinato metraggio di tessuto. Questo dipende da diversi fattori:

  1. Dimensioni del capo e utilizzo del tessuto

    • Capi più ampi o con tagli particolari richiederanno un maggiore utilizzo del tessuto, riducendo il numero di pezzi ottenibili da una singola pezza.
    • Capi più piccoli o con una progettazione ottimizzata possono aumentare il numero di unità per pezza.
  2. Tipo di tessuto e scarto di lavorazione

    • Tessuti con disegni complessi (come quadri o righe) richiedono allineamenti precisi, causando più scarto e quindi un MOQ più alto per compensare la perdita di materiale.
    • Materiali più flessibili o con pattern meno vincolanti permettono un migliore utilizzo del tessuto.
  3. Fit e costruzione del capo

    • Un capo sartoriale segue una costruzione precisa, che spesso implica più pezzi di tessuto cuciti insieme con determinati margini di tolleranza.
    • Capi con vestibilità più strutturate o lavorazioni particolari possono comportare un maggiore consumo di tessuto.

Esempio pratico

Supponiamo di avere una pezza di tessuto da 300 g/m² e di voler produrre un determinato modello di giacca sartoriale. La quantità di giacche ottenibili dipenderà dalla disposizione dei pezzi del modello sulla pezza. Se ne possiamo ricavare tra 65 e 75 pezzi, allora il MOQ sarà direttamente influenzato da questo numero: non avrebbe senso parlare di un MOQ inferiore a questa quantità minima ottenibile.

Differenza tra sartoriale e preconfezionato

Quando si passa alla produzione preconfezionata (fast fashion, produzione industriale su larga scala), il concetto di MOQ cambia drasticamente. Qui non si parla più di moda in senso stretto, ma di gadget, poiché il valore estetico e artigianale del capo viene sostituito dalla logica di produzione in massa.

  • Nel preconfezionato, il MOQ è spesso dettato da economie di scala, dove il costo per unità diminuisce all’aumentare della quantità prodotta.
  • In sartoria, il MOQ è determinato da una logica di ottimizzazione del tessuto e delle lavorazioni, piuttosto che dal costo unitario del prodotto finito.